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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 26
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originale
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26 Sed haec fuerit nobis tamquam levis armaturae prima orationis excursio; nunc comminus agamus experiamurque si possimus cornua commovere disputationis tuae.
Duo enim genera divinandi esse dicebas, unum artificiosum, alterum naturale; artificiosum constare partim ex coniectura, partim ex observatione diuturna; naturale, quod animus adriperet aut exciperet extrinsecus ex divinitate, unde omnes animos haustos aut acceptos aut libatos haberemus. Artificiosa divinationis illa fere genera ponebas: extispicum eorumque qui ex fulgoribus ostentisque praedicerent, tum augurum eorumque qui signis aut ominibus uterentur, omneque genus coniecturale in hoc fere genere ponebas.
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traduzione
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26 Ma questa io la considero come la prima sortita del mio ragionamento, come quella delle truppe armate alla leggera; ora veniamo ai ferri corti e proviamo se ci riesce di attaccare alle ali la tua argomentazione.
Dicevi che vi sono due tipi di divinazione, l'uno artificiale, l'altro naturale; che il tipo artificiale consiste in parte nell'interpretazione, in parte nell'osservazione assidua; che il tipo naturale ? quello che l'anima afferra o riceve dal di fuori, dalla divinit?, dalla quale tutte le nostre anime attingono, ricevono, libano una parte. 1 generi di divinazione artificiale li consideravi press'a poco questi: le predizioni degli scrutatori di viscere e di quelli che interpretano il futuro dai fulmini e dai prodigi, inoltre quelle degli ?uguri e di chi spiega segni e ?mina, e insomma collocavi a un dipresso in questa categoria tutte le profezie fatte mediante interpretazione.
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